Onorevoli Colleghi! - La situazione disastrosa in cui versano le aziende sanitarie locali e ospedaliere impone al legislatore di verificare se esistano dei correttivi e se possano essere previste norme tali da garantire o da ripristinare i princìpi di buon andamento e di imparzialità della pubblica amministrazione nella gestione delle aziende sanitarie.
      In questo contesto appare necessario intervenire innanzitutto sull'attuale sistema di gestione che, obiettivamente, «mostra la corda» e che si presta a un uso spregiudicato e spartitorio. Oggi, infatti, i direttori generali delle aziende sanitarie sono considerati «cinghie di trasmissione» delle decisioni assunte in sede regionale o nelle segreterie dei partiti politici che li hanno indicati per ricoprire l'incarico. La nomina dei direttori generali da parte della giunta regionale è, pertanto, discrezionale e da questa discrezionalità discende molto spesso un totale asservimento dei nominati alle volontà dei nominanti.
      La presente proposta di legge intende sostituire al potere monocratico del direttore generale un nuovo organo di tipo collegiale che garantirebbe un sistema di filtri e di controllo incrociato grazie, anche, alla diversa realtà dei soggetti costituenti il nuovo organo di gestione delle aziende sanitarie locali e ospedaliere. Si tratterebbe, in definitiva, di sostituire l'attuale direttore generale con un consiglio di amministrazione i cui tre componenti

 

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sono indicati, rispettivamente, dall'assessore regionale competente per la sanità, dai medici dell'azienda sanitaria locale o dell'azienda ospedaliera e, infine, dai sindaci o dai presidenti di municipio rientranti nell'ambito territoriale dell'azienda sanitaria locale o dell'azienda ospedaliera. Si otterrebbe, in tale modo, un organo che è espressione delle varie componenti, rappresentativo, cioè, dei diversi mondi e interessi coinvolti. In definitiva, si garantirebbero un maggiore controllo democratico, una maggiore collegialità nelle decisioni e una maggiore aderenza al territorio dei vertici delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere.
 

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